sabato 31 marzo 2007

BabyShambles/ Fuck Forever

"...I can't tell between death and glory.
New Labour and Tory,
Purgatory and the happy family..."

venerdì 30 marzo 2007

giovedì 29 marzo 2007

Agota Kristof/ Trilogia della Città di K.

La guerra attraversa ogni luogo, altera le memorie, determina i destini.
La guerra, durata cinquant'anni nel paese della città di K., dove il cielo è grande e la frontiera vicina.
La guerra che ha lacerato l'est europeo ha plasmato la vita dei due protagonisti della Trilogia.
Tre libri, Il grande quaderno, La prova, La terza menzogna.
Una scrittura veloce, netta, scrutatrice, cinica, incalzante.
Due gemelli, nessun nome, solo la Piccola Città, la Grande Città, Nonna, Madre, Padre.
I ruoli si rincorrono in una favola nera. Sullo sfondo, il bosco, le osterie, i campi.
I gemelli crescono, figure semimagiche e intelligentissime. Contornate dalla violenza.
Non c'è bene, non c'è male.
C'è solo questa scrittura rapida, vuota e piena, assassina e sopraffacente.
Il grande quaderno merita un nobel.
Il tempo passa e il ritmo cambia. La prova di separarsi, come il continente diviso da una linea di ferro.
Infine, il capovolgimento.
Non sappiamo più cosa è vero e cosa è falso. Dove finisce il libro, dove comincia la storia. Le storie.
Libro nel libro, verità e immaginazione si confondono.
La terza menzogna è un grande esperimento alchimistico. Nelle fiale di vetro scorre la linfa della bugia per eccellenza, la letteratura.
La scrittura diventa rielaborazione psicologica. Dissezione di cadavere nell'autopsia del ricordo.
Cosa vuol dire essere, prima ancora che vivere, è scritto sulle pagine di una trilogia.

Titolo originale:
Trilogie: le grand cahier, la preuve, la troisieme mensonge

martedì 27 marzo 2007

Attese/ Download 1 Film in 1 secondo

Aspetto questo giorno con la bavetta alla bocca..

Foto/ Chi cerca una metro trova un tesoro

Cantiere metro linea C. Piazza Venezia, Roma. Vetreria medievale sotto l'aiuola.

Personali/ In crisi per le crisi

messicoargentinacilebrasileitaliagranbretagnaspagnaportogalloirlandafinlandiamessicothailandiamalaysiaindonesiacoreadelsudrussiabrasileturchiaargentina

lunedì 26 marzo 2007

domenica 25 marzo 2007

Personaggi/ Saluti e baci da Stoccolma

Nyamko Sabuni, ministro per le pari opportunità, 38 anni, nata in Burundi
Anders Borg, ministro dell'economia, 39 anni, capelli lunghi ed orecchino
Andreas Carlgren, ministro dell'ambiente, 49 anni, gay in unione civile col compagno
Fredrik Reinfeldt, primo ministro, 41 anni, il più giovane degli ultimi 80 anni

Segni particolari: governo di CENTRODESTRA, al potere in Svezia da settembre 2006.

sabato 24 marzo 2007

Baltic Way/ August 23, 1989

Domani l'Unione Europea compie 50 anni.
Un bel modo per ricordare cosa significano pace e unità nel continente, lo offre il ricordo della catena umana baltica.

Per protestare contro l'oppressione sovietica, 2 milioni di Estoni, Lettoni e Lituani (su una popolazione totale di 7) si unirono in un abbraccio lungo 600 km attraverso i tre paesi.

Per chi pensa che le manifestazioni non cambino mai il mondo, queste immagini sono un'emozionante lezione.

Mondi dimenticati/ Caucaso (1)

Inizio con questo articolo una piccola serie di post dedicata al Caucaso. Perché parlarne? Per lo stesso motivo per cui è necessario monitorare un vulcano dormiente: quando esplode, non deve essere una sorpresa.
Inoltre, trovo che sia una regione estremamente affascinante, non solo dal punto di vista geopolitico, ma anche antropologico. Noi tutti Indoeuropei proveniamo da quella zona, tant'è che siamo anche chiamati Caucasoidi.. forse vale la pena saperne qualcosa di più.

Stretto tra mar Nero e mar Caspio, la regione è racchiusa da due catene montuose: il piccolo (a sud) e il grande Caucaso (a nord).
Tre imperi hanno nei secoli o dominato o cercato di conquistare la regione: gli Ottomani, i Persiani e i Russi. Durante il Novecento l'intero Caucaso era in mano sovietica. Oggi tre repubbliche hanno ottenuto l'indipendenza: la Georgia, l'Armenia e l'Azerbaigian. Sono le tre nazioni più a est di tutta Europa. Alla Russia sono rimaste alcune province a nord del Grande Caucaso, dove comincia la steppa: tra queste la più famosa è la Cecenia. La regione ha acquisito una grande importanza militare e commericale, sia a causa del suo ruolo di crocevia naturale tra due continenti e due mari, sia a causa degli importanti giacimenti di petrolio e gas che si trovano dall'altra parte del Caspio: in Turkmenistan, Kazakistan e Uzbekistan. Attraverso Caspio, Caucaso e Turchia c'è una rotta naturale, ideale per i gasdotti e oleodotti che vogliono bypassare la Russia verso l'Europa Occidentale. Rotta tanto più importante, ora che la Russia mostra i muscoli e fa dell'energia una leva di ricatto per il resto d'Europa.

La regione, potenzialmente prospera, è povera. La frammentazione etnica più forte del mondo rende le nazioni instabili.

I gruppi linguistici presenti sono: Indoeuropei (Armeni, Iraniani (tra cui gli Osseti e gli Alani), Russi), Caucasici (Georgiani, Abkazi, Ceceni, Ingusci), Uraloaltaici (Turchi, Azeri, Daghestani).

Le religioni sono due ma con molte varianti: Musulmani (Ceceni, Azeri - ma gli uni sono sunniti, gli altri sciiti), Cristiani Ortodossi (Russi, Georgiani, Armeni), Buddisti (in Calmucchia e parte del Daghestan).

La Georgia è la nazione che più si avvicina ad una democrazia dopo la Rivoluzione delle Rose del 2003, ma è alle prese con dei conflitti interni ed è sull'orlo della guerra con la grande Russia. Armenia e Azerbaigian sono due stati dispotici, da 16 anni combattono a più riprese una guerra su una minuscola terra reclamata da entrambi: il Nagorno Karabakh.

Le alleanze sono mutevoli: la Georgia è candidata alla Nato e spera di entrare nell'UE. Ha buoni rapporti di vicinato con gli altri Stati, specialmente l'Azerbaigian, ma è in rotta di collisione con la Russia. L'Azerbaigian ha nella Turchia (le due lingue sono mutuamente intellegibili) il suo alleato migliore, ma è in tensione con l'Iran. L'Armenia è isolata da tutti, trova appoggio solo nella Russia e in parte nell'Iran.

Nei prossimi articoli esaminerò più da vicino i conflitti della regione.

venerdì 23 marzo 2007

Origine della Simmetria




Muppet Show/ The Swedish Chef Spaghetti

..geniale.. bork bork bork!

Film/ Paradise Now

"Se Israele ha convinto il mondo di essere allo stesso tempo vittima e oppressore, allora io non posso che essere vittima e assassino"

E' raro vedere un film così potente, dritto al cuore e alla testa, come è raro immergersi nella realtà quotidiana di Nablus, città dei territori palestinesi. Emergono quattro tratti distinti, quattro modi diversi di vivere in una terra infernale occupata. Da Israele, ma potrebbe essere un qualsiasi nemico.
I reclutatori di kamikaze, che scavano nella disperazione di giovani senza futuro. Promettono che diventeranno martiri, eroi, che "un angelo verrà a prenderti per portarti da Dio". Però loro, chissà perché, non ci pensano affatto di indossare la cintura di tritolo.
Suha, l'emigrata rientrata, moderna, senza velo, agiata. Ritiene che alla violenza di Israele non si possa rispondere con altra violenza, che bisogna trovare un modo alternativo e morale di fare resistenza.
Khaled, che passa dalla convinzione ideologica al dubbio.
Sayid, dal dubbio alla decisione di morire ed uccidere. Ed è lui il personaggio chiave che veicola il linguaggio del regista. Non si diventa kamikaze per fede né per politica. Ma per disperazione, nell'emotività. Come quella di un ragazzo scottato dalla morte di un padre che aveva collaborato con gli Israeliani. Forse desideroso di lavare via la vergogna dalla sua famiglia con un gesto eroico quanto inutile e omicida.
Sullo sfondo, appare schiacciante il contrasto nello stile di vita tra Nablus e Tel Aviv, due mondi a 20 km di distanza, separati da filo spinato. Come appare in tutta la sua follia una guerra che lacera e stravolge nel profondo le vite di due popoli. Più da una parte che dall'altra, ad essere sinceri. Ma dove la spirale di violenza impedisce a ciascuno di fare per primo un passo indietro.
Il messaggio non può che essere uno: se Israeliani e Palestinesi abbandonassero il fanatismo dei dogmi religiosi, dei principi bellici, di interrogazione della storia, allora, cercando l'umanità nel vicino, potrebbe finalmente vincere la pace.
Voto: 9.

Film/ Borat! Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhstan

Sasha Baron Cohen ha la faccia come il culo. Il suo personaggio, Borat, fa ridere. Non perché il suo umorismo sia fine. Anzi. E' semplicemente il primo a spingere la commedia al limite del grottesco, e a volte del demenziale-vomitevole, per poter distruggere la società americana avvolta nel mito del politically correct. D'altra parte, Borat non è uno yankee senza peli sulla lingua. E' un reporter kazako e come tale, è "autorizzato" ad essere sconveniente agli occhi occidentali benpensanti. Come dice una dama dell'Alabama in una cena d'alta società "ci metterebbe poco a civilizzarsi, è delizioso".
Il meccanismo che rende il film interessante è il fatto che l'80% delle scene è stato girato come se fossero delle candid camera. Le persone, non sapendo di essere parte di un film, sono come una fogna su cui si solleva il tombino. Esce fetore. La spontaneità porta il pubblico di un rodeo della Virginia ad applaudire un Borat che grida "presidente Giorgio Bush beve sangue di ogni donna e bambino di terrorista Iraq". Il risultato è che alcune gag sono memorabili.
Non si salva nessuno: ebrei, zingari, gay, neri. Qualsiasi immaginabile minoranza riceve la sua dose di veleno. In questo senso, Borat è un esercizio salutare di democrazia e riflessione, che ci impone di non ritenere assodati, ad ogni livello della nostra società, i valori della tolleranza e del rispetto.
Resta la considerazione che Borat è un prodotto confezionato a puntino, originale solo per noi pubblico straniero. Borat è uno dei personaggi inscenati da Baron Cohen nel Da Ali G Show, uno spettacolo molto famoso negli USA. Un po' come i Fascisti su Marte di Corrado Guzzanti.
Gli 80 minuti di lunghezza sono sufficienti. Un bel gioco deve durare poco.. voto 6,5

giovedì 22 marzo 2007

Borat/ Throw the Jew Down the Well!

"Butta l'ebreo giù nel pozzo".. grazie a Pandolf per la segnalazione.. imperdibile!

mercoledì 21 marzo 2007

The Smiths/ How Soon Is Now

..I am the son and the heir of nothing in particular..

..how can you say I go about things the wrong way? I am human and I need to be loved..just like everybody else does..

S'i fosse/ Ministro della Giustizia

Dal 1° gennaio 2009 entrerà in vigore il decreto ministeriale di digitalizzazione della giustizia. La misura prevede che da quella data, tutti i nuovi documenti cartacei vengano sostituiti da file pdf che saranno archiviati in apposite banche dati digitali con copia in archivio cd-rom. Gli archivi digitali relativi ad atti processuali saranno liberamente consultabili dalla cittadinanza, previa registrazione sul sito del ministero. Gli uffici ministeriali e tribunalizi, inoltre, comunicheranno esclusivamente per email, anziché per circolare. La posta elettronica avrà completo valore legale. Sarà inoltre introdotto la marca da bollo digitale, pagabile tramite carta di credito, pos e postepay. Il nuovo orario di lavoro dei tribunali sarà il seguente: dalle 9 alle 17, dal lunedì al venerdì.

Dal 1°gennaio 2009, entrerà in vigore inoltre, la nuova legge sulla prescrizione per reati compiuti dopo tale data. I tempi di prescrizione si fermeranno il giorno stesso in cui comincerà il processo.

Sono in corso di approvazione da parte del parlamento i seguenti disegni di legge che portano la mia firma:
- riforma del codice di procedura civile e penale. In particolare, essi prevedono lo sconto della pena subito dopo la condanna di primo grado. Riordinano i gradi d'appello e le modalità per adirli, rifacendosi all'ordinamento tedesco.
- rafforzamento ed estensione delle misure di arbitrato e patteggiamento extragiudiziale
- istituzione di una commissione mista di parlamentari e giuristi, mirante alla revisione e all'abrogazione e al riordino del corpus normativo italiano, con il fine di abbassare e condurre il numero delle leggi intorno alla media europea.

L'obiettivo di queste riforme è duplice. Intendiamo ridurre drasticamente la durata e il costo della giustizia in Italia. Riteniamo che l'attuale sistema favorisca uno stato di disuguaglianza e di sfiducia da parte del cittadino nei confronti delle Istituzioni. Osserviamo inoltre che la situazione presente scoraggia sia la presenza di investitori stranieri nel nostro Paese sia l'imprenditorialità dei giovani italiani.

Firmato: il Ministro della Giustizia della Repubblica Italiana

martedì 20 marzo 2007

Pronte per l'Uso



Provocazione/ Family Day 12 maggio

Perché non sfilare tutti accanto ai cattolici per la famiglia? Non è specificato che la famiglia debba essere tradizionale.. sarebbe forte come protesta..

Diritti civili/ Ley Gay en Mexico DF

Approvazione della legge per le convivenze omosessuali nel Distretto Federale di Città del Messico. Novembre 2006.

"Reconocer juridicamente otras formas de relaciòn afectiva entre dos personas no es promoverlas" superati anche dal Messico..

USA/ La strana evoluzione dei diritti civili

I Neri hanno impiegato 100 anni per ottenere uguali diritti de facto in tutti gli Stati Uniti d'America. E' interessante osservare il modo in cui la società e lo Stato americano incorporano nel loro ordinamento nuovi diritti civili. E' un processo lento, dovuto ai numerosi checks and balances della democrazia statunitense. Noi Europei procediamo, invece, per grandi salti, a parte rari casi di sostegno popolare. Penso ai referendum italiani sul divorzio e l'aborto (dove, in ogni caso, si trattava di scegliere se abrogare le leggi già approvate dal parlamento). Negli USA la parte del leone la fa di solito la Corte Suprema: sono i tribunali, spesso, a imporre nuova legislazione. Per questo, la politica americana generalmente si ribella e risulta ai nostri occhi europei conservatrice e bigotta. Eppure, la natura ingarbugliata di tale processo assicura, in modo più definitivo che da noi, che quando un diritto civile arriva ad ottenere un ampio sostegno dalla politica, la questione risulta settled, ossia chiusa, per sempre. Due esempi sono chiarificatori, l'aborto e la pena di morte.

Aborto: L'aborto è stato legalizzato a livello federale nel 1973 dalla sentenza Roe v Wade della Corte Suprema. Nei paesi di common law tali sentenze si traducono in precedente e quindi in legge. Sull'onda del movimento del 68, questa decisione fu imposta dall'alto, un'elite progredita nei confronti di una maggioranza confusa e divisa. Il risultato? L'aborto è tuttora un tema delicato in America e i sondaggi di opinione mostrano che il popolo ritene che l'attuale legge è troppo permissiva. Si sono susseguiti vari tentativi in tribunale per superare in linea restrittiva la Roe v Wade. Finora la Corte Suprema, che è di nomina politica, ha retto. Perfino i Democratici non riescono ad essere pienamente pro-choice, nel timore di perdere voti al centro. Il tema non è settled.

Pena di morte: Uno dei punti per i quali disprezziamo di più gli USA. Anche qui con la sentenza federale Furman v Georgia (1972) la pena di morte venne sospesa fino al 1976, quando un'altra sentenza Gregg v Georgia la ripristinò. In Italia la pena di morte è bandita dalla costituzione. Chiedetevi cosa succederebbe in un referendum: "Vuoi introdurre la pena di morte?" vincerebbe il no. Ma se la domanda fosse "Sei favorevole alla pena di morte per alcuni reati, come la pedofilia o il terrorismo?" mi aspetterei una vittoria del sì. Questo, perché ogni società impiega decenni per far proprio un nuovo diritto. Attualmente, in America, molto molto lentamente, la pena di morte sta di nuovo scomparendo: non per iniziativa delle corti, ma dei politici locali. Solo quando una maggioranza della popolazione e degli Stati sarà contraria alla pena di morte, sarà possibile un emendamento costituzionale federale che la vieti per sempre.

Infine c'è il matrimonio per coppie dello stesso sesso: il percorso qui è simile alla pena di morte. Nessuna iniziativa federale (anzi, nel codice civile Clinton introdusse "marriage is a union of a man and a woman"), lentamente gli Stati introducono il nuovo diritto a partire dalle Hawaii con le partnership domestiche del 1996. Dove si è fatta la legge, il tema è settled. Procedendo lentamente, per tribunali e parlamenti, Stato dopo Stato il diritto avanza. A macchie di leopardo. L'inevitabile fascino dei nuovi diritti civili.

In conclusione, per quanto possiamo preferire una società guidata da un'elite più illuminata della massa, l'America è più democratica, che ci piaccia o no: solo quando un diritto è davvero percepito come un bene per tutti, esso si fa strada nei cuori e nelle leggi. Per rimanerci, però, per sempre.

Kabul Jan

Kabul ieri, oggi e forse domani

lunedì 19 marzo 2007

domenica 18 marzo 2007

Festival della Matematica di Roma/ Intervista a John Nash

Le mani sottili seguono ogni ragionamento. Le palpebre sono calanti, ma gli occhi luccicano di genialità mentre si stringe, in un sorriso di timidezza, alla piccola poltrona di velluto rosso sul palco. Quasi a scomparire.
Esco dall'auditorium con la sensazione di aver ascoltato un uomo, un premio Nobel, che rimarrà sulle pagine dei libri molto a lungo. E' il dio della teoria dei giochi, servita calda ad ogni apprendista economista che si rispetti. Cosa c'è di meglio di farsela spiegare direttamente da lui? Beh, per chi ha visto A beautiful mind, dimenticate i cliché: la teoria dei giochi l'ha immaginata giocando a poker, non rimorchiando bionde al pub.
E' emozionante trovarsi davanti un uomo che racconta di aver parlato con Einstein. A Princeton, il giovane Nash, ancora studente di matematica, espose alcune teorie cosmologiche sullo spaziotempo alle quali il grande Albert rispose "You'd better go back to your books"..
A conferma che genialità fa rima con eclettismo, Nash spazia con facilità dall'economia alla matematica, alla logica . "I am interested in science, in general", spiega sorridente, rivelando che da sempre l'astrofisica è uno dei suoi principali interessi. Specialmente ora, dopo il Nobel del 1994.
La discussione si addentra nelle pieghe della geometria non-euclidea e qui la mia comprensione cade. Ma dato che noi del pubblico siamo tanti e profani, l'intervistatore (Piergiorgio Odifreddi, un logico matematico italiano, curatore del festival) porta poi l'attenzione sulla schizofrenia, per la quale Nash è tristemente famoso. In particolare, della relazione tra follia e matematica e come quest'ultima sia stata per Nash una vera ancora di salvezza per sfuggire al "delusionary thinking", allucinazioni di pensiero. "Un matematico è un logico e come uno scacchista pensa continuamente a quali errori non deve commettere per vincere il gioco, o dimostrare le proprie proposizioni. Quando questo pensiero ossessivo viene applicato alla realtà, là comincia l'allucinazione."
Ecco, forse è stata un'allucinazione anche questa serata, un fugace incontro con questo piccolo grande uomo che è un nome e un'idea. La logica occidentale spinta alle sue più estreme conseguenze: vetta della matematica e abisso della follia.

sabato 17 marzo 2007

2057/ L'Unione Europea ha 100 anni

Tra meno di 10 giorni l'UE compie 50 anni. E' in crisi di mezza età. Anche se non del tutto condivisibile, in un intervento l'Economist prova ad immaginare cosa accadrà ad un'Europa centenaria. Il risultato è affascinante. (personale traduzione in italiano)

L’UE celebra il suo centesimo compleanno con una certa soddisfazione. Al compimento dei suoi 50 anni, chi prevedeva che si sarebbe ridotta all’irrilevanza in un mondo dominato da America, Cina e India è stato clamorosamente smentito. Un punto di svolta ci fu con l’esplosione della bolla speculativa nel mercato immobiliare americano e il conseguente collasso del dollaro nel 2010, all’inizio della presidenza di Barack Obama. Forse più cruciali, alla fine di quel decennio, furono gli sforzi della Germania di Angela Merkel e della Francia di Nicolas Sarkozy, a portare avanti le riforme economiche.
Queste riforme portarono a una forte caduta del tasso di disoccupazione, proprio quando l’Europa cominciava a godere di un balzo nella produttività grazie alla diffusione dell’information technology. Il risultato finale fu una crescente mancanza di forza lavoro, che venne risolta solo nel 2025 con l’adesione della Turchia e dell’Ucraina come membri a pieno titolo. Poco più tardi, l’adesione del primo paese nordafricano, il Marocco, aiutò a prolungare il boom europeo.
Naturalmente, non tutto è filato sempre liscio. La Grande Crisi Italiana del 2015, con il governo di Gianfranco Fini che abbandona l’euro (proprio quando quello britannico di David Miliband vi entra), gettò un’ombra sul futuro dell’UE. Eppure, sebbene i risparmiatori italiani fossero stati duramente colpiti dalla conseguente bancarotta del debito pubblico e l’economia italiana rapidamente superata da quella spagnola, i mercati finanziari si dimostrarono indulgenti e il successivo governo di Walter Veltroni riuscì a rientrare nell’euro piuttosto agevolmente. Da allora, nessun altro paese ha tentato di ripetere il doloroso esperimento dell’Italia.
L’altro motivo di soddisfazione è stata la politica estera dell’UE. Nel pericoloso decennio 2010-20, quando Vladimir Putin tornò al potere per servire il suo terzo mandato presidenziale ed era sul punto di invadere l’Ucraina, fu l’Europa che spinse l’amministrazione USA di Obama a minacciare una massiccia risposta nucleare. La crisi ucraina fu un trionfo per il Ministro degli Esteri UE, Carl Bildt, e scatenò un’ulteriore ondata di allargamento. Ironico che, nemmeno dieci anni dopo, la Russia stessa presentò la sua prima domanda ufficiale di adesione all’UE.
Allo stesso tempo, i politici di Bruxelles e Washington, alle prese con lo stallo del processo di pace in Medioriente, gridarono eureka. A Cipro, l’adesione all’UE aveva finalmente mostrato i suoi benefici effetti e l’isola era stata riunificata nel 2024: perché non riprovarci? Fu così che Israele e Palestina diventarono il 49° e il 50° membro dell’Unione Europea.
La grande sfida, adesso, è cosa fare con la Russia. La sua domanda di adesione pende da 15 anni. Alcuni dicono che è troppo grande e povera, troppo non europea per aderire. Ma ora che lo zar è stato simbolicamente reintrodotto, la Russia ha un governo impeccabilmente democratico. Un altro zar salvò l’Europa da Napoleone quasi 250 anni fa. Sarebbe appropriato segnare questo anniversario dicendo alla Russia “bentornata nel gruppo europeo”.

giovedì 15 marzo 2007

Eighties/ A-ha - Take on me

Incontri ravvicinati del 3° tipo


Ossia, Sircana e la trans. Sotto il cielo d'Italia (e per le sue strade) non ci si annoia mai. Paese di ipocriti.

mercoledì 14 marzo 2007

Londra/ Camere dei Lord


7 marzo 2007: i Comuni votano affinché i Lord diventino una carica democraticamente eletta. Fine di 800 anni di aristocrazia parlamentare.

Fool's World Map/ Il mondo degli stupidi

Un giorno un giapponese andò in Texas. Viaggiava in macchina per il Texas. Un texano lo vide e si misero a parlare. Il texano chiese da dove venisse. "Giappone". Il texano guardò bene l'auto "Ah, interessante.. e quanto ci si mette in macchina da qui in Giappone?"

Sconvolto dalla stupidità del texano, una volta tornato nel Sol Levante, il giapponese si mise al lavoro e aprì un sito web: la mappa del mondo degli stupidi. Qui sono raccolte tutte le ignoranze del pianeta, in un atlante interattivo che avrebbe compiaciuto non poco Tolomeo.

Si può scoprire, ad esempio, che Londra è la capitale d'Europa. Che le Italie sono due. Che la Polonia non si può che trovare al Polo. Che Siberia e Siria confinano e molto altro ancora.

La vostra idea del mondo non sarà più la stessa.


Praga/ Protesta ecologista

foto Ansa

Roma all'Avanguardia/ Real Time Rome Map (MIT)

L'Economist del 10 marzo, nella rubrica trimestrale Technology Quarterly, dedica due pagine al comune di Roma e alla sua azienda di trasporti ATAC (incredibile ma vero). In una partnership con il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Roma è la prima città al mondo a dotarsi di una real time people-movement map.
Sapere in ogni momento dove sono le persone e dove vanno, è un'informazione preziosissima per i pianificatori urbanistici, le autorità dei trasporti, gli ingegneri del traffico e anche ad alcune imprese (pensiamo, a quelle dei cartelloni pubblicitari, ma anche, a imprese come SEAT che offrono mappe per navigatori satellitari). Per farlo si può ricorrere a vari metodi: elicotteri, telecamere, sensori stradali, tornelli delle metropolitane. Il risultato che si ottiene, però, è spesso inadeguato o costoso o entrambe le cose.
Qui arriva il MIT. Propone alla Tim di archiviare su bancadati tutti i segnali dei cellulari che si trovano a Roma, con le precise coordinate geografiche. Il risultato è illustrato nelle figure qui sotto. E' possibile tracciare a costo bassissimo, mappe che contengono informazioni di milioni di utenze. Il senso è facile: il cellulare lo possiedono tutti, è quindi il migliore indicatore degli spostamenti umani.
ATAC in una prima fase si servirà dei dati raccolti per la pianificazione e revisione delle linee degli autobus e risparmierà 120.000 € annui in interviste e sondaggi diretti. Successivamente, porterà a miglioramenti nella regolazione semaforica e nellla manutenzione dei fondi stradali. Anche i taxisti romani si sono mostrati interessati alla tecnologia, come pure altri Comuni, tra cui Londra.
Ottimo per una città malata di traffico come Roma. Meno per i cittadini se la legge non si adegua e non ci difende da quello che può essere un nuovo grande fratello.
Folla si raduna allo stadio Olimpico per un concerto di Madonna.
Tifosi celebrano la vittoria dell'Italia ai Mondiali il 10 luglio 2006. Da sx a dx, ore 9.15, 16.30, 20.15. Le aree in verde sono quelle a maggior densità di cellulari. nella fattispecie sono il Centro, Trastevere, Circo Massimo, Monti e Termini.

martedì 13 marzo 2007

I dubbi amletici di messer Prodi

Ieri Prodi è andato da Mentana a Matrix. E' contento di essere italiano, perché oltre confine non saprebbe chi votare.
Passi che in Francia sarebbe indeciso se votare la socialista Royal o il democristiano Bayrou...

...ma è davvero offensivo per i suoi elettori di sinistra non saper dire chi è meglio tra il socialista Zapatero e l'ex franchista Aznar, il quale, ricordiamolo, oltre ad avere un comportamento di governo piuttosto machista come il nostro Silvio...

... è sempre stato un fedele alleato di Bush, ha mandato i soldati in Iraq, ha mentito agli Spagnoli sopra un attentato che ha provocato 200 morti, è euroscettico ed è padre di quella schifezza chiamata trattato di Nizza. Ma soprattutto non è di centro come lei, messer Prodi. E' di DESTRA.

lunedì 12 marzo 2007

Plutarco/ Vite parallele



Turkmenistan/ Morte di un Turkmenbashi


L'antica via della seta, dopo aver attraversato Tehran, si lascia il mar Caspio alle spalle e si inoltra nella steppa sconfinata in direzione di Samarcanda. La prima terra che solca è il Turkmenistan.

Una terra di turchi nomadici, poco inclini all'islamismo e in parte russificati dopo un secolo di zar e soviet. Per i Turkmeni il comunismo non è mai finito, ha solo cambiato pelle. Si chiama Turkmenbashi. Saparmurat Niyazov, quando a Mosca è caduta l'Urss, ha mantenuto il potere, erigendo un culto della personalità orwelliano. Gradualmente, grazie al gas di cui il suo Paese è ricco, e che noi compriamo per il riscaldamento l'inverno.
Il suo nome è Turkmenbashi, "Padre dei Turkmeni", forse sul calco del più celebre Ataturk, ma meno benevolo. La capitale, Ashgabat, è disseminata di monumenti sontuosi e magniloquenti quanto inutili e kitsch. L'arco della neutralità è una torre sormontata da una statua dorata del Turkmenbashi, che ruota allo spostarsi dal sole in modo da poter sempre scintillare sopra la città. I mesi dell'anno sono stati sostituiti dai nomi dei parenti del dittatore. Pane, in lingua turkmena, ora si dice Gurbansoltanedzhe; il nome di sua madre. "Vorrei del latte e due Gurbansoltanedzhe, grazie".

Niyazov ha scritto un libro di precetti e folklore epico, la Ruhnama. Tutti i cittadini devono imparare a memoria il testo. Conoscerlo è necessario per superare il "test di moralità" richiesto per una patente di guida. Gli insegnanti sono tenuti a conoscerlo e diffonderlo, pena il licenziamento. Sono anche invitati a scrivere periodicamente sui giornali, elogi filologici della Ruhnama. I medici giurano non su Ippocrate, ma su Turkmenbashi. Nessun uomo deve portare la barba, nessun cane può trovarsi ad Ashgabat, perché puzza. Nel deserto del Karakorum, dove d'estate si toccano i 50 gradi, è in costruzione un' enorme pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Ma anche i Turkmenbashi muoiono. Un infarto ha stroncato Niyazov lo scorso dicembre. Un oscuro ex primo ministro, forse figlio illegittimo del presidente, Gurbanguly Berdimuhammedov, ha assunto il potere. Ha convocato elezioni, ottenendo l'89% dei voti. E' proprio vero che morto un Turkmenbashi, se ne fa un altro.

Sotto, alcune immagini di Ashgabat e dei deliranti progetti di Niyazov.

Ashgabat/ La città del Turkmenbashi

Arco della Neutralità; in cima la statua di Turkmenbashi che ruota col sole
Monumento all'indipendenza
Particolare
Palazzo Presidenziale; sullo sfondi i monti del Kopet Dag
Monumento alla Ruhnama, il libro che ogni buon Turkmeno deve conoscere.

domenica 11 marzo 2007

Dutch Commercial/ Engels leren

La famiglia tradizionale deve imparare l'inglese..

Squadra Operaia/ 3° Posto

Reggina - Lazio 2 - 3

Foto/ Piazza Farnese





Grazie a Dado per le foto ;)

Diritti Ora!/ Piazza Farnese


In attesa delle "nostre" foto, alcune considerazioni sulla manifestazione di ieri:
Pollice Su:
Numeri: Eravamo 50.000. Piazza Farnese era piena, con occasionali strabordamenti verso Campo de Fiori. Se si escludono forse i gay pride, è stata la più grande manifestazione per i diritti civili di gay e lesbiche in Italia. La prossima volta bisognerà prenotare piazza del Popolo.
Interventi: Commovente la mamma di Paolo Seganti (il ragazzo ucciso a Roma un anno fa perchè gay), rivoluzionario don Barbera ("i faraoni del Vaticano sono degli omosessuali repressi" - ...e parte il boato del pubblico, "l'amore di Cristo è uno solo"), carismatica Imma Battaglia (DiGay Project), pungente Vladimir Luxuria ("ma quale gay bacerebbe mai Andreotti??"), diplomatica ma tenera Barbie Pollastrini ("questa è una battaglia di amore, di rispetto, di umanità")
Personali: A parte un gay pride, non avevo mai partecipato ad una manifestazione LGBT. Non è la stessa emozione. Mi sono sentito più forte e meno solo in questa lunga lotta per il rispetto e la tolleranza. Niente carri e costumi. In piazza eravamo la rabbia, la normalità, la sofferenza, la speranza.
Pollice verso:
Politici: Troppi e ripetitivi. Giusta la presenza della ministra Pollastrini, comprensibile l'intervento di alcuni segretari di partito per ottenere visibilità. Inaccettabile il valzer dei vari sottopanza di turno. Eccessivamente lungo (1 ora e mezza) lo spazio riservato a tali eminenze.
Presentatore: Ignoravo chi fosse tale Diaco. Si è dimenticato troppo spesso che il suo ruolo era solo quello di seguire una scaletta e introdurre gli interventi. Ininteressanti i suoi giudizi e tanto meno la sua polemica con Cecchi Paone sulla conduzione. Ma sti cazzi!
Coppia comune: Carina l'idea di far parlare due lesbiche e due gay della loro convivenza. Ma se le due donne erano due belle signore di 40 anni, i due uomini erano due 60enni vestiti alla Malgioglio (che tra l'altro sparavano un sacco di banalità). Ora. Non lo dico per razzismo o superficialità, ma se bisogna fare una lotta politica (e anche di immagine nel sensibilizzare una maggioranza intollerante) perché non presentare al pubblico una coppia di bei 30enni anziché le due macchiette, che non fanno altro che rinfocolare i pregiudizi?
Omicidio Chiesa: Basta con la storia che il 65enne ucciso a Roma due giorni fa conviveva da 20 anni con il suo compagno! e basta con la storia dell'omicidio per omofobia! Si era portato a casa una marchetta per sesso. Punto. Non mi sembra un uomo degno di martirio, né un modello da portare a difesa dei DiCo.