giovedì 1 marzo 2007

Film/ Saturno contro



Saturno contro. Ovvero, Saturno porta un sacco di sfiga.
Senza dirvi altro della trama, sparo subito: voto 7 e andatelo a vedere.
Il film casca a pennello in questo momento di crisi della politica italiana. La famiglia è un bene da tutelare sopra ogni cosa? Per Ozpetek, sì, ma quale? Non di certo quella tradizionale, che come ogni forma di società umana, non è immune da vizi. La famiglia di Ozpetek è la rete delle affinità elettive, gli amici, quelli che in una scena si autodefiniscono "siamo noi i parenti". Il tema dell'amicizia, comune in tutti i film del regista, può ricordare Le fate ignoranti, ma il parallelo finisce là dove inizia. Perché Saturno contro è un film corale, polifonico, decentrato e nessun personaggio può dirsi protagonista. Ed è forse questo, che lo rende particolarmente interessante ed "esportabile oltre Lugano". Seppure, all'estero, i temi del film potevano far discutere 20 anni fa.
Il cast raccoglie ogni attore italiano degno di nota degli ultimi anni. Mi hanno colpito un Accorsi invecchiato e, come al solito, monofaccia. Un' Ambra Angiolini che recita la parte forse meglio riuscita della sceneggiatura.
I dialoghi sono spesso brillanti e divertenti. L'attenzione per i dettagli, devo dire, è cresciuta parecchio rispetto ai precedenti film. Alcune scelte le ho trovate molto sottili e geniali.
- in ospedale una straniera piange al telefono, in disparte, in una lingua incomprensibile (forse ungherese). La lingua incomunicabile del dolore.
- si entra all'obitorio per l'ultimo saluto. Un'allegra samba brasiliana (Remedios di Gabriella Ferri). Lì per lì l'ho trovata fare a pugni col contesto, ma, riflettendo, non fa a pugni col senso della vita anche la morte improvvisa di un giovane trentenne?
C'è però qualcosa, in tutto il film, che mi lascia contraddetto e motiva il mio 7. I personaggi di Ozpetek camminano sui fili di dialoghi ragionati e, in un certo senso, politici. La voglia di fare apparire il punto di vista dell'autore è troppo evidente e si sente la mancanza di una tensione narrativa. Le scene si succedono, ma non fluiscono. Non c'è il dinamismo e la naturalezza che puoi trovare in un Almodòvar, al quale il regista strizza spesso l'occhio. Forse perché lo spettatore capisce presto lo svolgersi dell'intreccio e gli rimane solo da chiedersi in quale modo verrà gestita la storia, ma non quale sarà l'esito.
Da questo punto di vista, il film della maturità di Ozpetek è La finestra di fronte, e non Saturno contro.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutti commentate questo film e ogni volta mi fate venire voglia di andare a vederlo. Si, ma dove?????

L. ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
L. ha detto...

Beh, i film di ozpetek sono quasi tutti (credo tranne cuore sacro) arrivati negli stati uniti, fra qualche mese in un cinema a ny lo trovi (ok, fai prima a scaricarlo da internet).

Mi piace ricordare la meravigliosa traduzione de "Le fate ignoranti" in "His secret life", relegato (direi anche dal titolo) al circuito gay di west hollywood a l.a. (dove, per dirla tutta, ha pure avuto un bel successo, rimanendo fuori per un bel po' di mesi e arrivando al milione di dollari di incasso).

Detto questo, son riuscito a fare pocci pure sui commenti...

Anonimo ha detto...

Purtroppo non ho visto quest'ultimo film. Fra i due precedenti ho preferito decisamente Le fate ignoranti (nota: giudizio influenzato dal fatto che l'altro film è stato visionato in un cinema con proiezione agghiacciante)

Anonimo ha detto...

non lo so, non lo so, non lo so. il film l'ho visto oggi pomeriggio. mi è piaciuto, cioé non l'ho trovato brutto. ma devo ancora capire perché. e quanto. io, al contrario tuo, trovo un punto di forza di ozpetek (ma come scrivo?!) la sua struttura narrativa prevedibile. Lui non vuole stupire. Non ne è affatto interessato. È nel descrivere un qualcosa di già visto e sentito (per così dire 'vecchio') con gli occhi del futuro che lo rende allettante. Anche perché non c'è critica. Una piacevole osservazione dei fatti, quasi gli eventi non potessero far altro che questo. E che ciò sia bene.