Senza dirvi altro della trama, sparo subito: voto 7 e andatelo a vedere.
Il film casca a pennello in questo momento di crisi della politica italiana. La famiglia è un bene da tutelare sopra ogni cosa? Per Ozpetek, sì, ma quale? Non di certo quella tradizionale, che come ogni forma di società umana, non è immune da vizi. La famiglia di Ozpetek è la rete delle affinità elettive, gli amici, quelli che in una scena si autodefiniscono "siamo noi i parenti". Il tema dell'amicizia, comune in tutti i film del regista, può ricordare Le fate ignoranti, ma il parallelo finisce là dove inizia. Perché Saturno contro è un film corale, polifonico, decentrato e nessun personaggio può dirsi protagonista. Ed è forse questo, che lo rende particolarmente interessante ed "esportabile oltre Lugano". Seppure, all'estero, i temi del film potevano far discutere 20 anni fa.
Il cast raccoglie ogni attore italiano degno di nota degli ultimi anni. Mi hanno colpito un Accorsi invecchiato e, come al solito, monofaccia. Un' Ambra Angiolini che recita la parte forse meglio riuscita della sceneggiatura.
I dialoghi sono spesso brillanti e divertenti. L'attenzione per i dettagli, devo dire, è cresciuta parecchio rispetto ai precedenti film. Alcune scelte le ho trovate molto sottili e geniali.
- in ospedale una straniera piange al telefono, in disparte, in una lingua incomprensibile (forse ungherese). La lingua incomunicabile del dolore.
- si entra all'obitorio per l'ultimo saluto. Un'allegra samba brasiliana (Remedios di Gabriella Ferri). Lì per lì l'ho trovata fare a pugni col contesto, ma, riflettendo, non fa a pugni col senso della vita anche la morte improvvisa di un giovane trentenne?
C'è però qualcosa, in tutto il film, che mi lascia contraddetto e motiva il mio 7. I personaggi di Ozpetek camminano sui fili di dialoghi ragionati e, in un certo senso, politici. La voglia di fare apparire il punto di vista dell'autore è troppo evidente e si sente la mancanza di una tensione narrativa. Le scene si succedono, ma non fluiscono. Non c'è il dinamismo e la naturalezza che puoi trovare in un Almodòvar, al quale il regista strizza spesso l'occhio. Forse perché lo spettatore capisce presto lo svolgersi dell'intreccio e gli rimane solo da chiedersi in quale modo verrà gestita la storia, ma non quale sarà l'esito.
Da questo punto di vista, il film della maturità di Ozpetek è La finestra di fronte, e non Saturno contro.