lunedì 14 maggio 2007

Caucaso, Georgia/ Le Spine delle Rose

Rivoluzione delle Rose, Tbilisi, 2003. Piazza della Libertà
Il Presidente Mikhail Saakashvili con George W Bush
Ajaria, Abkhazia e Shida Kartli (Ossezia del Sud) all'interno della Georgia.
Sotto, la posizione della Georgia in Europa.

Vino e turismo facevano della Georgia una delle più floride repubbliche dell’Unione Sovietica. Dal 1991, invece, è diventata esempio degli incandescenti equilibri etnici nel Caucaso.
Tre guerre hanno portato all’indipendenza di Ajaria, Abkhazia e Ossezia del Sud, tre piccoli Stati-marionetta riconosciuti soltanto dalla Russia. L’economia al disastro, la corruzione dilagante, le alleanze politiche tutte da ricostruire.

L’antica Iberia, Colchide (la terra del Vello d’oro) è al centro di un crocevia naturale tra Russia e Turchia, Caspio e mar Nero, tanto che nella storia è stata conquistata nell’ordine da Persiani, Greci, Romani, Turchi e infine Russi. Solo nel Medio Evo godette di una certa indipendenza, che ha lasciato come eredità la lingua georgiana (di ceppo caucasico, non indoeuropeo), un alfabeto georgiano e una religione cristiana nazionale, ortodossa. Oggi il petrolio e il gas che dal Caspio arriva in Occidente passa di lì, una ragione sufficiente per l’interesse di UE e America verso questo piccolo Paese, il quale contraccambia l’amore per gli USA per allonatanarsi della sfera di Mosca. In un gioco di ripicche, la Russia promuove un embargo economico, arma e finanzia gli staterelli indipendenti.
Nel 2003, la Rivoluzione delle Rose spazzò via il governo corrotto di Edvard Shevardnadze (l’ex ministro degli esteri di Gorbaciov) e il nuovo presidente Mikhail Saakashvili ha dotato il Paese di istituzioni maggiormente democratiche, combattuto l’evasione fiscale e attratto investimenti esteri (aliquota sui redditi al 12%) e l’economia è ripartita.

Ma l’ostacolo principale sulla strada della ripresa (e della NATO e dell’UE, alle quali la Georgia aspira), è la risoluzione delle tre contese territoriali. Saakashvili ha cominciato dal più semplice: l’Ajaria. Provincia di georgiani di fede musulmana, l’Ajaria è il passaggio obbligato per merci e persone verso la Turchia (e l’Europa). Nel 2004 è tornata sotto il controllo centrale di Tbilisi, senza spargimenti di sangue. La popolazione non era indipendentista, ma governata da un signorotto locale Aslan Abashidze, la cui destituzione ha permesso la riunificazione.
L’Ossezia del Sud, invece, è situata in corrispondenza del valico montano con la Russia (provincia di Shida Kartli) ed è popolata dai discendenti degli Alani, di lingua indoeuropea e fede ortodossa, in tutto nemmeno centomila. Tuttavia, i Sudosseti sono sostenuti dagli Osseti del Nord che fanno ancora parte della Federazione Russa, e dunque da Mosca in chiave anti-occidentale. Sul finire degli anni ’70 Tbilisi aveva cercato di assimilare gli Osseti, provocandone il risentimento. Attualmente Saakashvili, ha insediato un’amministrazione provvisoria a Tskhinvali (la capitale dell’Ossezia) in mano ad Osseti filo-governativi nella speranza di avviare dei negoziati con il resto dei ribelli.

E’ probabile che infine Saakashvili aprirà i negoziati con l’ultima repubblica indipendentista: l’Abkhazia. La terra che si allunga a nordovest nel mar Nero è abitata da genti caucasiche distinte dai georgiani, anch’essi però ortodossi. L’Abkhazia si trova ad un bivio: aperture verso Tbilisi significano la perdita dell’appoggio finanziario di Mosca, il legame con Mosca significa mantenimento di una situazione economica precaria separata dal mercato naturale georgiano. Di tanto in tanto, schermaglie riaccendono il conflitto e l’Abkhazia resta il principale attrito tra Russia e Georgia.

La risoluzione dei conflitti appare legata a quanto prima la Georgia saprà tentare l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud con la prosperità economica e del rinnovato potere negoziale. L’unica strada percorribile sembra essere quella seguita dall’Italia con l’autonomia del Sudtirol. Solo allora le porte del benessere (e forse dell’UE) potranno aprirsi per la Georgia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie F per questa splendida lezione di storia politica. Molto interessante, davvero!

F ha detto...

A Tè, e non esagerare ;)