domenica 8 giugno 2008

Incubo

Andavamo a vivere da nonna al piano di sotto, e il grande appartamento all’ultimo piano rimaneva chiuso e abbandonato. Ero piccolo, ma in realtà ero il me di adesso. E non c’erano né mia madre né mia nonna. Dormivo nella stanza del letto matrimoniale dove in realtà non avevo mai dormito. Nella notte sentivo dei rumori, passi nella stanza di sopra. Mi alzavo e vedevo che nel muro di fronte colava dell’acqua come una cascata, come se qualcuno avesse tirato la catena del bagno e il fiotto filtrasse dal soffitto lungo la parete.

Ero solo ed era buio. Ma poi appare Margherita la polacca, che all’epoca (quando davvero abitavo sopra nonna, veniva a fare le pulizie da noi, mentre ora siamo buoni amici) e mi aiuta perché voglio vedere cosa succede di sopra. Ho paura ma voglio scoprire che succede. Sfondiamo la porta e rivedo le tessere colorate che filtrano luce dalle finestre, i faretti sul soffitto. Percorro il corridoio vuoto e buio, mi accorgo che sono solo di nuovo, raggiungo la stanza dalla quale provenivano i passi. C’è un libro antico che non c’era quando ci eravamo trasferiti una settimana prima. È scritto in pergamena, con dei caratteri strani ma è italiano antico. Sul dorso c’è la firma di Leonardo da Vinci. Parla della morte di Cristo e di altre cose mistiche. Scappo, sento che il fantasma di Leonardo è lì. (Forse c’entra qualcosa che quel palazzo si chiama condomio Leonardo da Vinci e che nel giardino dove giocavo da bambino, c’era una statua di Leonardo). Salto temporale.

Mi ritrovo di notte a parlare con un vecchio professore che ricorda il personaggio con la barba bianca del cartone Siamo fatti così. Ci sono altre persone, forse un paio di miei amici, sul grande tavolo soltanto luce di candela. Ricordo che il Maestro diceva molte cose, tra cui che Leonardo parlava moltissime lingue e che il suo fantasma era uno spirito inquieto, portava con sé un bisogno di assoluzione divina perché era omosessuale. Per questo faceva delle ricerche sulla natura di Cristo.

Altro salto temporale. Non mi davo pace, avevo paura che nessuno mi credesse. Visito Silvio Berlusconi, perché penso che deve fare qualcosa e lui è il Primo Ministro. Interrompo un consiglio dei ministri, ma mostro a Berlusconi un articolo dell’Economist dove si parla dei libri perduti di Leonardo, affinché mi creda. Per ingraziarlo, gli sussurro all’orecchio che sempre sullo stesso numero dell’Economist raccontano di una nuova terapia staminale per far ricrescere i capelli per sempre. Mi crede.

Altro salto. Teo mi racconta che mentre dormiva sentiva un citofono suonare e una voce femminile che diceva “come stai? Dai mi apri?”. La cosa andava avanti per minuti e minuti finché lui non chiese chi fosse “sono Francesca e ho 30 anni, dai apri”. Lo spirito batteva sulle ante degli scuri alla finestra. Mi immagino di essere al posto suo e mi chiedo cosa farei se gli scuri fossero aperti e lo spirito entrasse.

Mi ritrovo al posto suo e lo spirito entra volando dalla finestra, è lungo e sottile, non ha un aspetto umano, è solo una lunga striscia bianca e consistente come l’acqua. Mi ripeto di non avere paura, è un morto e se io sono con Dio non mi farà nulla. Apro gli occhi e guardo lo spirito e grido con le mani giunte a croce che Dio mi protegge. Ma la difesa non funziona e lo spirito entra nella mia bocca. Ad ogni respiro che faccio, lo spirito entra un po’ più giù. Provo a tossire ma non esce dai miei polmoni, anzi si intrufola un po’ di più dentro me. Sono terrorizzato, ho paura di perdere di me stesso, di diventare posseduto. Non respiro, mi manca l’aria. Mi sveglio.

Sono molto scosso da questo complicato incubo senza senso.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono scosso anche io solo per averlo letto...