giovedì 21 febbraio 2008

Kosovo/ Il modello italiano

Dell’Italia si parla sempre male, ma con orgoglio posso dire che sulla tutela delle minoranze dovrebbero imparare da noi. Il regime fascista cercò di italianizzare con l’immigrazione e la repressione le terre abitate da altre etnie (più duramente con Croati e Sloveni), ma mai applicò lo strumento della pulizia etnica come fece la Iugoslavia del folle Milosevic con gli Albanesi del Kosovo.

Arrivò la democrazia e si capì che per conservare il diritto a governare terre abitate da non-italiani era necessario uno slancio di autorevolezza morale. E questo fu inscritto nella nostra Costituzione: una miscela di diritti civili e di pragmatismo economico. Solo un esempio: Vallée d’Aoste e Sudtirol, territori tra i più ricchi d’Italia, ricevono fondi dallo Stato italiano più di quanti ne versino. Anche in Serbia cadde il regime nel 2002. Ma da allora i politici serbi continuano a parlare del Kosovo in termini nazionalistici: terra serba, sangue serbo, culla della civiltà serba, etc.

A chi sostiene che del Kosovo indipendente se ne gioverà solo il narcotraffico e il riciclaggio di denaro sporco, rispondo con due annotazioni. 1) Non riesco a credere che i Kosovari siano tutti criminali, così come non ritengo i Siciliani tutti mafiosi o i Sardi tutti banditi. 2) Se l’ONU non riconoscerà il Kosovo, per via del veto della Russia (e forse della Cina), l’isolamento che ne seguirà favorirà le attività illecite che si temono. E non il contrario.

A chi sostiene che il Kosovo è un pericoloso precedente che mina le basi del diritto internazionale, tre annotazioni. 1) Non mi risulta che Abkhazia, Cecenia, Transdnistria, Paesi Baschi etc, siano dei protettorati de facto dell’ONU (risoluzione 1244 del 1999) come lo è stato il Kosovo da nove anni. Lo status del Kosovo è più unico che raro ed è ricalcato su quello della Bosnia Erzegovina, dove l’ONU si è stabilita, ricordiamolo ancora una volta, per fermare una guerra e dei massacri interetnici. 2) Le leggi cambiano e anche il diritto internazionale può cambiare. D’altra parte che cos’è la legge se non una convenzione decisa da una maggioranza? 3) Con quale diritto si può pretendere da un popolo di essere governato da un altro che ha cercato di ucciderlo, deportarlo o ghettizzarlo? Con quale ipocrisia siamo solidali con i Palestinesi ma non con i Kosovari?

Per me, il principio di autodeterminazione dei popoli conta più dello status quo di una legge. Anche i matrimoni sono dei contratti, ma se l’amore finisce, c’è il divorzio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ultimamente hanno dichiarato in serbia che il loro unico e vero alleato e' "il grande gigante appena svegliato" a.k.a. la Russia di Zar Vladimir, ma non Luxuria! dici che ci dobbiamo preoccupare per questa integrazione all'indietro verso le terre gelide siberiane!?
dado