mercoledì 7 febbraio 2007

Scozia/ Indipendenza


Teste dure, i Caledoni. Dopo aver tentato per decenni la conquista dell'antica Caledonia, i Romani si arresero e costruirono il Vallo di Adriano, nel tentativo di arginarli. Secoli dopo, il re d'Inghilterra cercò di ribadire il dominio della Corona sulla Bretagna del Nord, e tutti ricordiamo Braveheart.
La Scozia si è unita all'Inghilterra solo nel 1707, con l'Act of Union. E di sua spontanea volontà. Ma 300 anni non sono abbastanza per cancellare le identità nazionali, e il 2007, tricentenario dell'Unione, potrebbe essere l'anno della dissoluzione della Gran Bretagna.
Sì, proprio così. Il 3 maggio gli Scozzesi voteranno per il loro parlamento regionale, voluto 10 anni fa da Blair nell'ambito della devolution. Ma per la prima volta il Labour del futuro primo ministro Gordon Brown (scozzese anche lui) potrebbe perdere la maggioranza in Scozia. I sondaggi dicono che l'SNP - Scottish National Party avrebbe i voti per formare un governo insieme a socialisti e verdi, tutte compagini che vogliono l'indipendenza da Sua Maestà. Il leader dell'SNP, Alex Salmond, ha dichiarato che, se eletto, indirà un referendum sulla secessione.
Per ora, due sondaggi dell'autunno 2006 danno il Sì alla Scozia indipendente tra il 52 e il 44%, mentre il No viaggia sui 39-44%. D'altra parte un sondaggio del Daily Telegraph mostra che la maggior parte degli Inglesi è favorevole a divorziare dai cugini del nord. Circa il 50% si dice d'accordo o indifferente, probabilmente a causa delle forte sovvenzioni che l'Inghilterra elargisce alla depressa economia scozzese.
Un matrimonio durato 300 anni, con la moglie in cerca di fortuna con la scusa del carattere un po' particolare, e il marito stanco e annoiato dal pagarle gli alimenti.
La prossima puntata della soap-opera a maggio.

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