Gli ambienti più illuminati della società europea non nascondono la loro xenofobia per la gente che viene “de Moldavia”, una malcelata antipatia per chi parla la lingua “de Romània”. Eppure, sembra che per gli O-Zone e la loro canzone Dragostea din tei questi due fattori non abbiano mai contato. A tre anni dai primi passaggi in radio, il trio di Chisinau ha visto il suo brano trasformarsi da melodia simpatica quanto nonsense in un vero e proprio successo planetario, oggetto di cover, remake e casi mediatici.
Nell’estate 2004 ricordo di averla ballata in discoteca a Londra a braccetto con amici spagnoli che ne conoscevano, come me, le parole. In Italia è stata plagiata da tale Haiducii, ragazza (?) dalla voce non proprio bianca. Ma è solo l’anno scorso che il fenomeno moldavo ha raggiunto il successo globale, creando una delle dimostrazioni più eclatanti delle enormi potenzialità dei nuovi media.
Gary Brolsma, un adolescente americano obeso, si è ripreso con la webcam mentre cantava in playback la canzone. YouTube ha fatto il resto, decretando il "Numa Numa” di Brolsma uno dei video più visti nel bestiario di internet. Tanto da scomodare giornali e televisioni e far conoscere Brolsma oltre la virtualità della rete. E, ovviamente, dar vita a una serie sterminata di cloni. Ma il “nonsensical trash” non finisce qui.
In Giappone, Dragostea din tei è nota per un divertente cartone animato in cui l’"incomprensibile" testo rumeno viene “tradotto” per associazione di suoni in parole giapponesi con relativa illustrazione grafica.
In Giappone, Dragostea din tei è nota per un divertente cartone animato in cui l’"incomprensibile" testo rumeno viene “tradotto” per associazione di suoni in parole giapponesi con relativa illustrazione grafica.
In Sudamerica, invece, pare sia diventata un must delle feste nuziali, dove è suonata nella versione più comica, gaya e pattumosa che la rete ha prodotto.
Andy Warhol aveva ragione..
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