Un Paese in transizione. L’entrata nell’UE il 1° gennaio 2007 non è stata una rivoluzione istantanea per i 10 milioni di bulgari che si attendevano un cambiamento rapido e radicale. I negoziati di adesione, cominciati nel 2000, si sono protratti fino al 2005. Se i nuovi 10 membri dell’est (del 2004) sono trattati come europei di serie B, il trattamento giuridico riservato a Romania e Bulgaria si può dire di serie C. Niente libertà di lavoro all’ovest, niente abolizione dei passaporti (Schengen), niente euro per i prossimi 10 anni, numerose “clausole di salvaguardia” nei dossier Giustizia e Mercato interno. Il motivo principale è l’arretratezza del sistema politico di questi Balcani orientali. Ma mentre la Romania, con il nuovo governo Basescu, ha fatto della lotta alla corruzione e del rinnovamento della classe dirigente la sua bandiera, in Bulgaria tutto è fermo. Nel Paese delle rose, la corruzione è dilagante, il sistema giudiziario lontano anni luce dagli standard europei. La mafia bulgara è tra le più potenti organizzazioni criminali d’Europa e controlla vaste fette della società e dell’economia bulgare. Il popolo è disilluso. Da quando l’adesione all’UE non è stata più in discussione, i politici hanno rallentato le riforme, e il quadro politico rimane oscuro. Ex-comunisti non del tutto riformati, nazionalisti guidati da un erede al trono, forti minoranze turche e rom. L’alternanza riporta al potere sempre i soliti noti (questo un po’ come da noi). E’ così che la gente fugge o dal Paese (la Grecia è la meta più ambita) o si rifugia lontano dalla politica: nella Chalga. La Chalga è un fenomeno interessante. Accanto allo slivovitz (un liquore simile al raki turco), è folklore nazionale. La nuova chalga è cafona, sessocentrica. Miscela di elettropop, sonorità mediorientali e simbolo di successo economico facile. Oppio, direbbe Marx. E’ interessante, perché come spesso accade nell’ex impero ottomano, ogni popolo balcanico cova un senso di superiorità e unicità rispetto a tutti gli altri. Eppure, da Belgrado a Istanbul, le facce, i suoni, i sapori sembrano ai nostri gusti occidentali un po’ tutti uguali. Cambia solo la lingua. Cambia solo il nazionalismo.
Nel prossimo post, vi farò ascoltare la stella indiscussa della Chalga: Azis, un travestito bulgaro di etnia rom.
4 commenti:
il chalga a molti nemici ma CHI A NEMICI È GRANDE
a chi nn piace il chslga basta che cambi canale .. nn è difficile da capire
prima di parlare di una cosa si deve anche conoscere ... io mika offendo i cantanti che mi stanno antipatici? ! ? intanto nei concerti chalga e sempre tutto esaurito
koito ubijda chalgata DA SE EBE
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