giovedì 7 giugno 2007

Metro C/ Informazioni nascoste e cattiva gestione


La terza metropolitana di Roma, la linea C, attualmente in costruzione, attraversa il centro storico permettendone la futura pedonalizzazione. Nodo fondamentale per questo progetto è la stazione di largo Torre Argentina. Lo snodo dovrebbe servire una delle zone più importanti e trafficate della città: il largo omonimo con il teatro e le librerie Feltrinelli, il capolinea del tram 8, il ministero della giustizia di via Arenula, il Pantheon e piazza Navona, Campo de Fiori e il ghetto. Questo è ben evidenziato dalla foto in alto che mostra in azzurro chiaro, la posizione degli accessi alla stazione rispetto alla planimetria urbana.
Eppure, cosa succede? Sui giornali comincia a trapelare la notizia che la stazione Argentina non si farà più. Il motivo? La Soprintendenza sembra orientata a bocciare il progetto a causa dei reperti rinvenuti nello scavo preventivo di Sant'Andrea della Valle. Come leggete dal link, le motivazioni non sembrano sufficienti. Non vi è alcuna conferma ufficiale della bocciatura, della quale se ne parla soltanto nelle interviste con i principali responsabili dell'opera. Nè il Comune di Roma, nè la società appaltante RomaMetropolitane, né la Soprintendenza hanno emesso un comunicato ufficiale che chiarisca la situazione. E' evidente l'interesse ad insabbiare il caso.
Ammesso che l'archeologia sia la causa reale di questo veto, mi viene da pensare che i nostri beni culturali siano in mano a persone ottuse, che preferiscono salvaguardare quattro muretti sotto terra (che tanto nessuno vedrebbe mai) piuttosto che procedere con la pedonalizzazione del centro storico, che salverebbe innumerevoli monumenti di inestimabile valore, dalle vibrazioni e dai gas di scarico di auto e bus. Per sempre.
L'ipocrisia è tanto più insopportabile, dato che la costruzione della metro C si avvarrà di una tecnica innovativa che minimizza le interferenze con gli strati archeologici: una volta scavati i tunnel con le talpe, si scava la stazione da dentro al tunnel, anziché sbancare tutta la superficie in corrispondenza delle stazioni. In superficie, restano da scavare solo le discenderie, ossia le scale mobili e gli ascensori che permettono l'accesso al piano banchine sottostante. Questo permette un facile riorientamento degli accessi, in presenza di reperti.
Oltretutto, per il Giubileo del 2000, andò distrutta un'enorme Domus per far posto ad un parking all'interno del colle Vaticano, che avrebbe dovuto ospitare gli autobus turistici e che oggi è sottoutilizzato e male reclamizzato. Forse il veto dipende solo da chi è committente..con un po' di malignità.
Il dato certo è che la gestione da parte di Walter Veltroni dei progetti infrastrutturali si sta rivelando assai carente, sul piano della trasparenza. Come è stato già mostrato in una puntata di Report, a proposito dell'improvvisa cancellazione di un'altra fermata, Nomentana, sulla costruenda linea B1.
Walter, dacci spiegazioni. E lascia a noi la fermata Argentina.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con quanto hai scritto.

Poi oltretutto con le nuove tecniche si potrà andare a scavare molto in profondità.

PS: nn sapevo che eri di Roma

un saluto!