E' domenica e i Ginevrini sembrano essere stati risucchiati dagli alieni. In ostello tra le 10 e le 14 non si puo entrare in stanza, nè andare in bagno.. mi ritrovo in una sorta di limbo, contando le ore che non passano mai.
Tanto piu che aspetto con ansia di firmare il contratto d'affitto, in programma per lunedi sera con il padre di Leila, la mia futura coinquilina. Mi sono innamorato della casa da subito. Tra i vicoli del centro che ricordano la Francia, in un vecchio palazzo al sesto piano. Mansarda col tetto di legno, una terrazza tra i tetti di Ginevra. Doccia privata, salottino e soprattutto, coinquilina che sembra simpatica e piacevole.
L'unica incognita resta questo padre misterioso con diritti di veto sul contratto, essendo lui il proprietario dell'immobile. Spero che non se ne esca con delle pretese a sorpresa, a rovinare quello che io e Leila abbiamo già deciso.
Per il resto, la solitudine dell'esilio è a volte scomoda, ma non quanto pensavo. Sia ieri che venerdi sera, sono uscito con Leila (la quale ha capito che altrimenti avrei dato le craniate alle pareti dell'ostello). Ieri sera ho fatto amicizia con due compagni di stanza, con i quali abbiamo cenato alla kebabberia d'ordinanza e poi raggiunto gli amici di Leila alla Festa della Musica. La Festa ha reso Ginevra simile all'Italia (almeno per un weekend): giovani ovunque per le strade, barbecue nei parchi, concerti ad ogni angolo. Noi abbiamo optato per un concerto techno nel cortile del liceo Calvino. Devo dire che la città vecchia di Ginevra è davvero carina.
E' bello anche scoprire quanto multiculturale questa città sa essere. Ieri eravamo un italiano (io), un americano del new mexico, un singaporino-metà neozelandese, una svizzera francese e una svizzera alemanna, una libica. Sul tram sembra di stare a Londra, a contare i colori delle facce.
Certo, resta sempre la diligenza inflessibile (e a volte ottusa) degli Svizzeri. Non credo riuscirà mai a piacermi tutto quest'ordine immacolato che avvolge la città, rendendola un po' impersonale e prevedibile. Ossia noiosa e poco stimolante. Forse le cose cambieranno quando a settembre avro qualcosa da fare tra le mani. Non come ora, ad aspettare che il tempo passi, leggendo il leggibile e desiderando tanto di tornare a Roma da chi mi aspetta.
10 commenti:
Sembra di leggere me quando, d'inverno, sogno una giornata di nebbia padana. Oppure quando vorrei vedere gente incazzata, nervosa e maleducata e invece mi trovo davanti persone gentilissime e perennemente sorridenti. E poi che dire di quando vorremmo un autobus in ritardo, una metro che si blocca nel tunnel, un incrocio bloccato, e invece ci troviamo con tutto che funziona a perfezione. Già, l'Italia alle volte ci manca. A me, sempre meno :-P
Forte! Sono contento che in meno di una giornata tu abbia già fatto amicizia, trovato casa ed iniziato a frequentare la vita notturna di Ginevra! Bienvenu...
x titollo:
La creatività nasce dal caos, non dalla perfezione.. e bere una birra sotto una scatola di cemento (l'ostello)non è come farlo a trastevere..
x teo:
Si, infatti non me ne capacito neanch'io..che colpo di fortuna!
Segni del destino..
...e chi ti aspetta non vede l'ora che torni...:)
"Chi" è tra virgolette perchè sottointende il "cosa" ti aspetta? :-)
...sottintende anche il "cosa"...ma in senso buono però :)
Domani avverrà la distribuzione del cilicio a tutti. Porcelloni!
e su, paola.. non fare l'invidiosa!
Ma esiste ancora la Svizzera?
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