In questi giorni di lontananza dal blog, ho gironzolato per le strade di Roma con un mio amico di Istanbul, che non vedevo da 8 anni. Tra giri notturni in motorino intorno al Colosseo, dolce vita di San Lorenzo e Trastevere, bagni di folla nella calca di turisti del centro, ecco un bilancio del confronto tra i nostri due paesi:
Costume & Società:
-in Italia basta un mazzo di fiori per fare visita a casa di amici, in Turchia si fa un regalo per ogni membro della famiglia. Il raki che mi ha regalato il mio amico è delizioso.
-i Turchi si tolgono le scarpe entrando nelle case, piene di tappeti
-noi Italiani mangiamo troppo velocemente (e il raki lo beviamo troppo lentamente)
-"gli Italiani mangiano tantissimo durante i pasti, a casa e al ristorante."
-i Turchi sono più affettuosi degli Italiani.
-i tovaglioli di stoffa (che in casa mia si cambiano una volta a settimana) sono un po' antiigienici: in Turchia si usano solo per le grandi occasioni; altrimenti, si usano di carta.
-in Turchia, Italia vuol dire Serie A; in seconda posizione, mafia. In Italia, Turchia vuol dire uomini baffuti, mamma li turchi, fumo di tabacco e musulmani feroci.
Roma vs Istanbul:
- per la prima volta sento dire che Roma è protesa verso il passato e il futuro.
- per la prima volta sento dire che a Roma le strade non hanno poi tante buche.
- per la prima volta sento dire che il traffico è ordinato e non si rischia la vita in motorino.
- il mio amico riuscirebbe a vivere solo a Barcellona e Roma. Noi siamo metà europei e metà mediterranei. Europa, per i Turchi, vuol dire gente fredda ed efficiente.
- a Roma bere acqua dal nasone di una fontanella è così buono e ubiquo, da diventare inevitabile come una dipendenza chimica.
- Roma ha 3 milioni di abitanti, come Istanbul nel 1980. Oggi Istanbul ne conta 15 milioni. I problemi di integrazione con i Turchi anatolici, poveri, ignoranti e islamici, sono enormi.
Politica:
- "gli Italiani non fanno altro che parlare di politica, i vostri giornali ne sono pieni."
- eravamo d'accordo a non volere la Turchia nell'UE. Io perché temo che, al momento, farla entrare equivalga a dire addio per sempre all'integrazione politica. Lui perché ritiene che la Turchia ha bisogno innanzitutto di standard comuni di vita al proprio interno, con un ovest moderno e un est arcaico. E poi, un po' anche perché, a furia di sentirsi rifiutati dall'Europa, la popolazione prova parecchio risentimento verso di noi. Come un grande amore respinto, del resto. "Avete fatto entrare la Bulgaria, ma noi no."
- per i Turchi laici e kemalisti, un'impiegata pubblica non deve portare il velo, perché il velo è la manifestazione di un'interpretazione politica dell'Islam e un ufficiale pubblico deve essere neutrale. Io sostenevo che il velo è brutto e antiestetico, ma che chi vuole lo porti pure. Tutto sommato, lui ha ragione, però.
-i Turchi si sentono vittime delle potenze straniere, che nell'arco della storia hanno cercato di approfittare di qua e di là delle debolezze dell'impero Ottomano.
-"i Greci sono come noi e adesso li consideriamo amici, gli Armeni sono insopportabili e il genocidio lo hanno esagerato, i Curdi erano nostri alleati nella guerra e non capisco cosa vogliono ora. Cipro fa schifo".
Per concludere:
- "L'Italia, Roma, mi fa pensare che se la Turchia fosse nell'UE, non perderemmo per forza la nostra identità, ma potremmo mantenere la nostra mediterraneità, senza rinunciare alla modernità. Saremmo come voi. Qui a Roma, in Europa, il cittadino è protetto, lo Stato ci tiene a lui; non come da noi dove il cittadino deve fare tutto da sé."
E' una cosa che ho pensato anch'io tante volte. Ma dell'Italia.
2 commenti:
"E' una cosa che ho pensato anch'io tante volte. Ma dell'Italia."
Ahahaha, lo penso anche io dell'Italia, dopo aver vissuto in Germania :-)
Io comunque accoglierei la Turchia in Europa a braccia aperte, dopo la megamanifestazione di Smirne per la laicità dello stato.
Il problema è che per un Turco, la laicità non è un concetto separabile dal nazionalismo e da una certa posizione che i militari devono ricoprire come garanti dello spirito di Ataturk. Non fa rima con democrazia, o diritti delle minoranze.
A Smirne, come a Istanbul e Ankara, sfilava una marea rossa.. tutti in mano avevano una bandiera nazionale..
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