Non ho vissuto il Novecento, se non di passaggio, ma l’idea che ho di Sinistra è quella di un tentativo di creare una società migliore. Credere nel progresso sociale, economico e culturale. Proiettarsi nel futuro, non avere paura del futuro.
Oggi si è tutto rovesciato e la crisi della Sinistra europea è in gran parte dovuta alla mancanza di una nuova visione. E’ una reazione, ossia una conservazione, di fronte ad una globalizzazione in gran parte (ma non esclusivamente) figlia del pensiero neoliberale di destra. Ed è così che la visione del futuro è stata lasciata in mano alla Neodestra. La Neodestra ha un’idea dicotomica della società. Politiche attraenti per chi ha già successo o censo, che alimentano la disuguaglianza, impoveriscono la classe medio bassa. Allo stesso tempo, la Neodestra risponde alle paure dei nuovi poveri con la demagogia, ripetendo sempre più una spirale viziosa, irresponsabile, in quanto assolutamente rivolta al breve termine, cioè alla rielezione politica, ma non alla risoluzione dei problemi.
Non so ancora quale dovrebbe essere la nuova forza propulsiva della Sinistra europea. Nei Paesi europei dove la socialdemocrazia ha avuto più successo (Germania, Olanda, Scandinavia, Francia), la Neodestra si è in parte appropriata delle conquiste sociali portate dalla Sinistra. Vuole riformarle, ma non stravolgerle. Sono entrate a far parte di un patrimonio comune che va oltre le divisioni politiche. Questo rende più arduo per la Sinistra la ricerca di un autentico messaggio, di un’identità chiara, alternativa e dirompente.
L’Italia, storica patria dei fascismi, è oggi all’avanguardia nella sperimentazione della Neodestra. Il berlusconismo incorpora poi l’anarchico e miope menefreghismo italico, ingrediente chiave per la comprensione di 15 anni buttati nel water della storia.
La Sinistra italiana, più sbandata che mai, da un lato soffre di tutti quei mali che affliggono le altre sinistre. Dall’altro, proprio per il fatto che l’Italia è un Paese anomalo, “dove c’è tanto da fare”, ha il vantaggio di poter essere ancora “nuova” senza affrontare un lungo e complesso viaggio alla ricerca di un nuovo scopo.
Sono tante le rivoluzioni che altri Paesi hanno già vissuto e che la nostra Sinistra deve ancora vincere. Sono rivoluzioni silenziose, concrete, proprio per questo attraenti per quel gran numero di cittadini, stanco di demagogia e “steccati del ‘900”.
In Italia, la giustizia non è rapida, il garantismo soffocante stritola la fiducia nelle istituzioni, alimenta la disillusione e getta benzina sul fuoco della demagogia di destra. In Italia, il 40% della popolazione vive in terre dominate dalla criminalità organizzata. In Italia, il mercato del lavoro è asfittico, crea precarietà ad alcuni, disincentiva la produttività per altri, specialmente nel settore pubblico. In Italia, le università non sono più al passo con il resto del mondo, la ricerca non è premiata, quella privata è disincentivata. In Italia, l’occupazione femminile è di fatto scoraggiata, così come la maternità. In Italia, i concetti di “energia alternativa” o “riscaldamento globale” hanno la stessa risonanza di “ornitorinco”. In Italia, etc etc.
La Sinistra italiana può essere ancora nuova, può ancora vincere, deve solo restare con i piedi per terra, parlare alla testa delle persone. I messaggi sono lì, devono solo essere colti. Servono soltanto dei nuovi uomini di Sinistra.